Giulia ha creato una guida

Giulia
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Visite turistiche

La cava di Bauxite a Otranto è da annoverare, senza dubbio,tra i grandi tesori naturalistici del Salento. Luogo scenografico e magico, la Cava sorge nell’entroterra, nei pressi del famoso faro di Punta Palascia e di Monte Sant’Angelo, e rappresenta una delle destinazioni più pregevoli, dal punto di vista naturalistico, dell’intera Puglia.
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Laghetto Cave di Bauxite
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La cava di Bauxite a Otranto è da annoverare, senza dubbio,tra i grandi tesori naturalistici del Salento. Luogo scenografico e magico, la Cava sorge nell’entroterra, nei pressi del famoso faro di Punta Palascia e di Monte Sant’Angelo, e rappresenta una delle destinazioni più pregevoli, dal punto di vista naturalistico, dell’intera Puglia.
Il faro è uno dei cinque fari del Mediterraneo protetti dalla Commissione Europea. È aperto a visite guidate per i visitatori, in particolare a Capodanno, poiché si trova nella punta orientale dell'Italia dove l'alba del nuovo anno può essere vista prima del resto del paese.
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Leuchtturm Punta Palascia
SP87
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Il faro è uno dei cinque fari del Mediterraneo protetti dalla Commissione Europea. È aperto a visite guidate per i visitatori, in particolare a Capodanno, poiché si trova nella punta orientale dell'Italia dove l'alba del nuovo anno può essere vista prima del resto del paese.
La baia dei Turchi, a pochi chilometri a nord di Otranto, è il luogo dove, secondo la tradizione, sbarcarono i guerrieri turchi nel corso dell'assedio alla città di Otranto del XV secolo (battaglia di Otranto). Sabbiosa e incontaminata, la baia appartiene alla pregiata Oasi protetta dei Laghi Alimini, uno degli ecosistemi più importanti del Salento e della Puglia.
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Baia dei Turchi
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La baia dei Turchi, a pochi chilometri a nord di Otranto, è il luogo dove, secondo la tradizione, sbarcarono i guerrieri turchi nel corso dell'assedio alla città di Otranto del XV secolo (battaglia di Otranto). Sabbiosa e incontaminata, la baia appartiene alla pregiata Oasi protetta dei Laghi Alimini, uno degli ecosistemi più importanti del Salento e della Puglia.
La Torre del Serpe: com’è diventata simbolo di Otranto? La leggenda narra che una notte del lontano 1480, i Turchi abbiano cercato di invadere la costa salentina del cuore della notte. Le navi cariche di soldati si avvicinano pericolosamente alle coste di Otranto, ma i soldati dormono e non si rendono conto del pericolo. Il segnale d’allarme non scatta, la nera superficie dell’Adriatico rimane quieta e sicura per la popolazione di Otranto. È questione di attimi: la serpe esce dalle acque scure e spegne la luce di riferimento; tra gli Ottomani si scatena il panico. Dopo attimi d’incertezza decidono di sbarcare a Brindisi, dirottati durante tutta la notte dalla mancanza di un punto di riferimento. Il pericolo è sventato, la popolazione otrantina si sveglia al sicuro dal pericolo che aveva minacciato la sua libertà. La leggenda è tanto fascinosa quanto interessante: il serpente è diventato il simbolo della città di Otranto, che è riuscita a salvarsi dalle barbarie mediorientali grazie alla presenza della famelica bestia. Per questo, gli otrantini sarebbero eternamente riconoscenti a quel mostro dalle silenziose spire, capace d’intrufolarsi fra i disattenti soldati per poi sparire nuovamente nelle profondità adriatiche. Lo stemma della città salentina rappresenta per questa ragione una torre avvolta dalle spire di un nero serpente! Non è un caso sporadico: sono molte le leggende che arricchiscono le tradizioni salentine e ne influenzano la simbologia. Per chi volesse visitare la destinazione, è bene sapere che è liberamente accessibile ma ha subito nel tempo due interventi di restauro: il primo sotto il regno di Federico II nel 1230, il secondo nel 1997. Concedetevi qualche minuto per ammirare il panorama della collina, e aguzzate la vista: cos’è quella sagoma nera in lontananza che fa capolino dal nostro bel mare?
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Torre del Serpe
Strada Porto - Torre del Serpe - Orte
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La Torre del Serpe: com’è diventata simbolo di Otranto? La leggenda narra che una notte del lontano 1480, i Turchi abbiano cercato di invadere la costa salentina del cuore della notte. Le navi cariche di soldati si avvicinano pericolosamente alle coste di Otranto, ma i soldati dormono e non si rendono conto del pericolo. Il segnale d’allarme non scatta, la nera superficie dell’Adriatico rimane quieta e sicura per la popolazione di Otranto. È questione di attimi: la serpe esce dalle acque scure e spegne la luce di riferimento; tra gli Ottomani si scatena il panico. Dopo attimi d’incertezza decidono di sbarcare a Brindisi, dirottati durante tutta la notte dalla mancanza di un punto di riferimento. Il pericolo è sventato, la popolazione otrantina si sveglia al sicuro dal pericolo che aveva minacciato la sua libertà. La leggenda è tanto fascinosa quanto interessante: il serpente è diventato il simbolo della città di Otranto, che è riuscita a salvarsi dalle barbarie mediorientali grazie alla presenza della famelica bestia. Per questo, gli otrantini sarebbero eternamente riconoscenti a quel mostro dalle silenziose spire, capace d’intrufolarsi fra i disattenti soldati per poi sparire nuovamente nelle profondità adriatiche. Lo stemma della città salentina rappresenta per questa ragione una torre avvolta dalle spire di un nero serpente! Non è un caso sporadico: sono molte le leggende che arricchiscono le tradizioni salentine e ne influenzano la simbologia. Per chi volesse visitare la destinazione, è bene sapere che è liberamente accessibile ma ha subito nel tempo due interventi di restauro: il primo sotto il regno di Federico II nel 1230, il secondo nel 1997. Concedetevi qualche minuto per ammirare il panorama della collina, e aguzzate la vista: cos’è quella sagoma nera in lontananza che fa capolino dal nostro bel mare?
Torre Sant’Emiliano si erge isolata a margine di un alto e ripido sperone roccioso e continua a dominare, da secoli, la vallata e l’insenatura che unisce Porto Badisco con Punta Palascìa. Nel cuore di un contesto paesaggistico ancora incontaminato. Particolarmente amata da tutti coloro che, almeno una volta, hanno intrapreso il cammino per raggiungerla potendo godere di un panorama mozzafiato. Un tempo comunicava visivamente con Torre Porto Badisco a sud e con Torre Palascìa a nord, entrambe oggi scomparse. La Storia Torre Sant’Emiliano è indicata dalla cartografia antica a partire dal XVI secolo, inizialmente con il nome di “Torre S. Milano”, poi “Torre S. Miliano”, infine “Torre S. Emiliano”. Deve il suo nome, molto probabilmente, alla presenza di una cappelletta votiva dedicata al santo situata nelle vicinanze. Come le altre torri circolari piccole della serie di Otranto, concentrate in questo tratto di costa, Torre Sant’Emiliano risulta essere tra le prime torri costruite, probabilmente in seguito all’eccidio del 1480 per l’urgenza di difendersi dalle minacce turche. La torre risale dunque agli inizi del XVI secolo. Nei fondali circostanti sono stati riconosciuti resti di navigli corsari.
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Torre Sant'Emiliano
SP87
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Torre Sant’Emiliano si erge isolata a margine di un alto e ripido sperone roccioso e continua a dominare, da secoli, la vallata e l’insenatura che unisce Porto Badisco con Punta Palascìa. Nel cuore di un contesto paesaggistico ancora incontaminato. Particolarmente amata da tutti coloro che, almeno una volta, hanno intrapreso il cammino per raggiungerla potendo godere di un panorama mozzafiato. Un tempo comunicava visivamente con Torre Porto Badisco a sud e con Torre Palascìa a nord, entrambe oggi scomparse. La Storia Torre Sant’Emiliano è indicata dalla cartografia antica a partire dal XVI secolo, inizialmente con il nome di “Torre S. Milano”, poi “Torre S. Miliano”, infine “Torre S. Emiliano”. Deve il suo nome, molto probabilmente, alla presenza di una cappelletta votiva dedicata al santo situata nelle vicinanze. Come le altre torri circolari piccole della serie di Otranto, concentrate in questo tratto di costa, Torre Sant’Emiliano risulta essere tra le prime torri costruite, probabilmente in seguito all’eccidio del 1480 per l’urgenza di difendersi dalle minacce turche. La torre risale dunque agli inizi del XVI secolo. Nei fondali circostanti sono stati riconosciuti resti di navigli corsari.
Il castello di Otranto è la fortezza dell'omonima città sita in Puglia, in provincia di Lecce. Il castello, che diede il nome al primo romanzo gotico della storia, è in stretta relazione con la cinta muraria della cittadina con cui forma un unico apparato difensivo. Il castello periodicamente ospita mostre di vari generi.
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Kastell Aragonese von Otranto
Piazza Castello
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Il castello di Otranto è la fortezza dell'omonima città sita in Puglia, in provincia di Lecce. Il castello, che diede il nome al primo romanzo gotico della storia, è in stretta relazione con la cinta muraria della cittadina con cui forma un unico apparato difensivo. Il castello periodicamente ospita mostre di vari generi.

Esperienza a cavallo

Goditi la bellissima Otranto da una prospettiva tutta nuova, sali in sella ad un cavallo addestrato ed educato, lasciati trasportare in un viaggio tra campagna e mare, riscoprendo la natura nascosta di un territorio che non smette mai di sorprendere!
Circolo Ippico Tumara
Via Vicinale Sant'Emiliano
Goditi la bellissima Otranto da una prospettiva tutta nuova, sali in sella ad un cavallo addestrato ed educato, lasciati trasportare in un viaggio tra campagna e mare, riscoprendo la natura nascosta di un territorio che non smette mai di sorprendere!

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Cattedrale di santa Maria Annunziata

La cattedrale di Santa Maria Annunziata è il più importante luogo di culto cattolico della città di Otranto, chiesa madre dell'omonima arcidiocesi. Nel luglio del 1945 papa Pio XII elevò la cattedrale alla dignità di basilica minore.